Il colpo di grazia o 

LA RINASCITA

L'editoriale del Presidente (Gianluca Luongo)

 

Le ore 3:36 del 24 agosto 2016 rappresentano uno spartiacque.

Coloro che già prima conoscevano quelle zone (Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, con tutte le loro numerosissime frazioni) hanno ben presente la desolazione che il sisma ha lasciato dietro di sé in quelle che – purtroppo a torto – tutti noi consideravamo oasi di felicità e spensieratezza.

La distruzione e il numero di lutti provocati dalla scossa del 24 agosto rendono quell’evento certamente assimilabile al sisma più grave che la recente storia italiana ricordi, il terremoto dell’Irpinia.

Con una significativa e non trascurabile differenza: quelle zone delle province di Ascoli Piceno e di Rieti avevano già assistito, nel corso dell’ultimo trentennio, ad un massiccio spopolamento, coinciso con le profonde modifiche sociali e demografiche intervenute in Italia, che non hanno risparmiato quelle zone sino a segnarle in profondità.

Chi ha voluto strenuamente mantenere salde le proprie radici in quei luoghi, ha dovuto fare i conti con una vera e propria desertificazione sociale, che ha colpito duramente ogni settore e che è stata quasi incentivata da uno Stato centrale a dir poco distratto.

Chi è rimasto ha potuto contare solamente sulle proprie forze e sulle presenze di quel nocciolo duro di vacanzieri (ex residenti di ritorno o semplici villeggianti occasionali), il cui numero negli ultimi anni aveva cominciato miracolosamente a risalire, integrando una scarsissima domanda interna che in caso contrario non avrebbe consentito di mantenere lo sparuto ceto commerciale e produttivo ancora presente.

Frazioni che non più di quarant’anni fa annoveravano decine o centinaia di residenti, contano oggi pochissime unità: è il caso di Villanova di Accumoli, abitata nel periodo invernale da dodici residenti, ma che nel periodo estivo decuplica le proprie presenze proprio grazie a quanti tornano con le loro famiglie nei luoghi a loro cari perché non li vogliono dimenticare, ma semmai tramandare.

Una realtà che oggi rischia seriamente di sparire, travolta dal dolore di gravissimi lutti e dalla polvere delle macerie.

Noi non vogliamo arrenderci. Anzi siamo convinti che dal 25 agosto non si debba parlare solo di ricostruzione, ma di vera e propria rinascita: la RINASCITA DI VILLANOVA DI ACCUMOLI e di tutte le numerose frazioni e comuni colpiti dal terremoto.

Siamo certi che gli amministratori locali e il Governo centrale non vorranno limitarsi, come hanno ripetuto più volte in questi ultimi giorni, alla ricostruzione delle abitazioni dei pochissimi residenti perché ciò vorrebbe significare dare il via, da subito, ad una sorta di “deportazione soft” delle piccole comunità rimaste, sparpagliando in giro per l’Italia quelle pochissime migliaia di persone e completando quello spopolamento che solo pochi anni fa sembrava irreversibile.

Se vorranno non solo ricostruire ma dare un’occasione di sviluppo a luoghi, tradizioni e persone meravigliose, sappiano che noi ci saremo. La ONLUS che abbiamo voluto fondare all’indomani del terremoto del 24 agosto, denominata RINASCITA VILLANOVA DI ACCUMOLI, sarà al loro fianco e così tutti quegli italiani che nei giorni immediatamente successivi all’immane tragedia hanno ancora una volta dato prova di generosità, abnegazione e preparazione.

Lo dobbiamo anche alla nostra cara Rosella Adduci, una delle tante vittime di quella tragica notte, che alla comunità di Villanova di Accumoli apparteneva e che di certo non avrebbe voluto vedere disperso il patrimonio di affetti e tradizioni che, con la scelta di continuare a vivere nei luoghi in cui era nata, aveva contribuito a conservare: trasformiamo la tragedia del 24 agosto in una vera e propria occasione di rilancio.